Pianta della famiglia delle
Primulaceae, distribuita in tutta Europa. In Italia si trova nella zona montana
e submontana, nelle Alpi e nell'Appennino, nei luoghi erbosi e ai margini dei
boschi.
GENERALITÀ
La
primula è una pianta perenne con rizoma cilindrico di colore bruno lungo
qualche centimetro, con superficie irregolare per la presenza delle cicatrici
delle foglie e dei fusti dei periodi vegetativi
precedenti.
Le foglie sono tutte basali, disposte a
rosetta, e hanno forma ovale con un picciolo più o meno sviluppato,
compresso e scanalato superiormente. L'apice è ottuso e il margine
regolarmente dentato, talvolta ondulato. La superficie delle foglie è
bollosa nella pagina superiore, mentre è ricoperta di abbondante peluria
nell'inferiore.
I fiori sono riuniti all'apice di
uno scapo, in una infiorescenza composta da 5-12 fiori. Ciascun fiore presenta
un calice tomentoso a forma di tubo, con i sepali concresciuti insieme: si
disgiungono solo nella parte terminale, mettendo in evidenza cinque denti
lanceolati e acuti.
La corolla che è
più lunga del calice, ha forma tubolare e presenta un allargamento a
scodellino: si divide in cinque lobi con apice arrotondato. Alla fauce presenta
una macchia di colore aranciato, mentre altrove ha un'uniforme colorazione
giallo intenso.
I frutti sono delle capsule
racchiuse nel calice persistente, che a maturità si aprono nella parte
superiore dividendosi in dieci denti ricurvi verso l'esterno, in modo da
liberare i semi. Questi sono numerosi, piccoli, rugosi, di colore bruno
nerastro.
Per scopi terapeutici si utilizzano le
radici, le foglie e i fiori.
Altre specie del
genere possono essere utilizzate con le stesse indicazioni della Primula veris:
la Primula elatior Hill, la Primula acaulis Hill, la Primula auricula
L;
PrimuleIMPIEGO
TERAPEUTICO
La primula è stata poco
utilizzata sia nell'antichità sia nel Medioevo. Solo negli ultimi
due-trecento anni sono state riconosciute le proprietà di questa pianta
preziosa, che fiorisce presto in primavera.
I suoi
fiori hanno proprietà diuretiche e antispasmodiche. Le radici della
primula sono invece utilizzate quale succedaneo della Poligala: vengono
somministrate normalmente in decotti o estratti come espettoranti e
fluidificanti delle secrezioni bronchiali.
Le
foglie giovani della primula vengono consumate in insalata e hanno
proprietà depurative.
La pianta in genere
elimina l'eccitazione nervosa, facilita il sonno, toglie l'isterismo, le
palpitazioni e le vertigini, combatte le
nevralgie.
Esternamente le radici di primula
calmano i dolori reumatici, curano la gotta, normalizzano la circolazione dei
vasi capillari superficiali, alleviano il gonfiore delle estremità e sono
particolarmente indicate per togliere l'edema conseguente a
contusioni.
I principi attivi della primula sono:
saponine, glicosidi, un olio essenziale, sali minerali (specie di potassio),
presenti in buona dose nei
fiori.
PREPARAZIONI
-
Uso interno: si utilizzano i fiori e le radici.
Coi
fiori si prepara un infuso o tisana, utilizzando 10 g di questa parte della
pianta per litro di acqua bollente. Si lascia infondere per 5-10 minuti, si
filtra per tela. Si prende nella dose di 1-2 tazze al giorno, per l'insonnia e
per curare l'eccitazione nervosa.
Con le radici si
prepara un infuso utilizzando 10 g di questa parte della pianta per litro di
acqua bollente. Si lascia riposare per 5 minuti, si filtra per tela. Si prende
nella dose di 2-3 tazzine al giorno, per eliminare la
tosse.
- Uso esterno: si utilizzano le
radici, con le quali si prepara un decotto dosando questa parte della pianta in
ragione di 100 g per litro di acqua. Si lascia bollire per 10-15 minuti, a
freddo si filtra per tela.
Il decotto così
ottenuto serve per fare lavaggi, per bagni parziali, per la preparazione di
compresse imbevute da applicare sulle zone dolenti, in conseguenza soprattutto
di contusioni e di dolori articolari.
RACCOLTA
E CONSERVAZIONE
Le radici si raccolgono al termine
del periodo vegetativo, in autunno, da settembre a novembre. Le foglie vanno
raccolte fresche in primavera, prima della fioritura. I fiori invece, appena si
aprono: in aprile-maggio.
Le radici vanno seccate
al sole in piccoli pezzi di 3-4 cm, dopo averle ripulite dal terriccio e
liberate dalle radicine filiformi. I fiori invece si seccano all'ombra,
disponendoli in sottile strato su setacci a maglie larghe, in locale ben aerato.
Si conservano poi in vasi di vetro scuro chiusi o in sacchetti di carta
sigillati. Le radici si conservano in sacchetti di carta o di
tela.
La radice mantiene le sue proprietà
terapeutiche per almeno 2 anni, mentre i fiori vanno rinnovati ogni
anno.
La coltivazione di questa pianta non presenta
particolari difficoltà se si opera per trapianto di rizomi raccolti in
natura al termine del periodo vegetativo. Meglio raccogliere la pianta con un
suo pane di terra, per facilitarne
l'attecchimento.
La primula cresce bene soprattutto
in terreni argillosi, in zone di mezz'ombra o anche di pieno sole; in questo
caso però va seguita durante la stagione estiva con irrigazioni
periodiche, almeno settimanali. In pianura la pianta ha qualche
difficoltà di sviluppo, ma in posizione di mezz'ombra e in terreni
freschi può dare una buona fioritura; in terreni sciolti riesce a
sviluppare bene l'apparato radicale.